La ripresa a regime delle attività di Ecogest coincide con l’avvio della commessa autostradale definita dagli addetti ai lavori come il “biglietto da visita dell’Italia degli anni 80“: la A1 Roma – Milano. Dal 1 gennaio noi di Ecogest abbiamo l’onere e l’onore di mantenerne uno dei tratti più importanti e trafficati: la Bologna – Milano. Oltre 240 km di nastro autostradale che negli ultimi 20 anni è stato interessato da importanti mutamenti strutturali. Le attività comprese nei nostri servizi consentono l’impiego di un numero di risorse vicino alle 100 unità in piena attività, investimenti per quasi 2 mln di euro sui 6 previsti dal piano di sviluppo, già effettuati nelle ultime 16 settimane e che passano dal rinnovamento del parco macchine, in linea con le strategie di sviluppo, alla apertura di 2 centri logistici, esclusivamente dedicate a questa commessa pluriennale. Un impegno assunto dalla società per “testare” e per “farsi testare” dal nuovo committente Autostrade per l’Italia, che completa un “portafoglio autostradale” di ben 11 tratte autostradali nel quadrante Nord – Ovest e Nord Est con un’estensione territoriale che tocca anche l’area centro orientale dell’Appennino. Importanti mutamenti strutturali che passano dal rafforzamento patrimoniale alla razionalizzazione degli impegni assunti per alimentare lo sviluppo tracciato dal CEO nello scorso esercizio: rafforzare ulteriormente la presenza sulla rete italiana mantenendo saldi i focus sul corridoio Est, sulla dorsale adriatica e nelle regioni Liguria e Piemonte oltre alla rete autostradale di recente realizzazione nel territorio Lombardo. «Vorremmo raggiungere i parametri di altri player internazionali specializzati nella manutenzione globale delle reti di trasporto e seguiamo con estrema attenzione il modello francese riconducibile attualmente a grandi gruppi presenti in decine di nazioni del mondo – ha dichiarato il CEO – e auspichiamo nel prossimo quinquennio di “omologare un modello manutentivo” razionale e personalizzato che tenga conto della morfologia dei tracciati, dell’ antropizzazione dei territori attraversati e delle condizioni di sviluppo del territorio. Una condizione ideale considerata come attuabile e che possa portare l’azienda ad affrontare i mercati stranieri in maniera strutturale e capillare, potrebbe essere quella di raggiungere una presenza sulla rete italiana superiore ai 5000 km così da poter determinare una dimensione produttiva coerente con le dimensioni infrastrutturali delle reti dei continenti europei ed asiatici di confine. Studiamo con attenzione lo sviluppo ed il rinnovamento dei corridoi situati nel Nord – Est dell’Europa e lavoriamo per consolidare le nostre attuali posizioni sui mercati esteri. A conclusione di questa strategia commerciale c’è la convinzione degli azionisti di portare l’azienda ad affrontare il mercato dell’Alternative Investment market nel prossimo quinquennio».