Le scelte degli azionisti ed in particolare di Valerio Molinari, CEO uscente dell’azienda, sono quelle di aprire la governance ad alcune delle figure interne alla società, per dare ulteriore seguito al progetto di delega e strutturazione societaria a suo tempo già indicato nel piano industriale dello scorso 2016.
L’azienda, a distanza di quattro anni dal cambio generazionale interno alla famiglia Molinari, ha raggiunto buona parte degli obiettivi prefissati nel 2013 ed ora ha la possibilità di poter crescere significativamente sui mercati stranieri avendo ben consolidato la propria posizione sul mercato italiano .
Il nuovo Consiglio di Amministrazione vede l’ingresso di Michela Nanni, già consigliere delegato, alla quale sono stati conferiti tutti i poteri di CEO e di Pietro Torchi Lucifora, Direttore dell’Estero e funzione di riferimento lungo il percorso di trasformazione dell’azienda da impresa familiare a struttura aperta agli apporti manageriali esterni; la carica di presidente rimane confermata al Geom. Salvatore Molinari, figura storica dell’azienda e custode di oltre 50 anni di esperienza nel settore del verde. .
Valerio Molinari, che ha deciso di assumere in pieno le funzioni di azionista e di riferimento della proprietà, che rimane in capo totalmente alla famiglia, seguirà tutti i processi di internazionalizzazione rimanendo alla guida delle società controllate di Turchia e Romania, e si dedicherà allo sviluppo dei mercati extra europei partendo dagli Stati Uniti.
“Sono felice di aver ispirato e determinato questo nuovo corso – commenta Valerio Molinari – sul quale abbiamo meditato per diversi mesi, coscienti che non sarà l’unico, ma solo il primo di una lunga serie di rinnovamenti societari, indispensabili per completare il passaggio ad una nuova impostazione, meno legata alle persone e più identificata con la realtà aziendale. Ecogest ha raggiunto la leadership nazionale grazie ai miei uomini, io ne ho solo immaginato la crescita e tracciato la strada ed intendo seguire lo stesso principio applicandolo ora sui mercati stranieri; attorno a me ci sono uomini giovani e motivati, disponibili a girare il mondo al nostro fianco, rendendomi fiducioso che questa azienda otterrà grandi soddisfazioni sui mercati stranieri”
L’azienda, recita sempre la nota interna, attraverso la propria holding di famiglia, conferma l’apertura dell’azionariato a terzi investitori privati anche stranieri, per una quota non superiore al 30 %, al fine di assecondare i progetti di crescita, soprattutto all’estero, mentre nel corso del mese di marzo sono state perfezionate dalla controllante di famiglia le ultime dismissione di alcune società partecipate, ritenute dai soci non più caratteristiche rispetto al “core business”.